Le paure dei bambini sono un fenomeno ben conosciuto da tutti noi genitori! Sono delle emozioni importanti, vanno identificate e normalizzate nei nostri bimbi. Solo quando assumono delle caratteristiche fastidiose e invalidanti allora vanno affrontate in modo diverso. Qui di seguito vi racconterò un po’ più nel dettaglio cosa siano le paure dei bambini e perché compaiono; in seguito vorrei suggerirvi cosa è meglio non fare di fronte alle paure dei bambini e quali strategie, invece, risultano efficaci per risolverle!
L’emozione della paura è molto importante nell’essere umano perché lo aiuta a distinguere uno stato di minaccia e allarme imminente nell’ambiente esterno, preparando il corpo e la mente ad affrontarlo al meglio. Puoi leggere più nel dettaglio in questo mio articolo le caratteristiche dell’ansia e come si differenzia l’ansia normale da quella patologica. Le paure dei bambini, nello specifico, compaiono perché questi si sentono indifesi e poco capaci di affrontare da soli il mondo esterno.
La paura è caratterizzata da 4 componenti principali che può essere utile riconoscere, per poi aiutare al meglio i nostri figli.
Molte delle paure dei bambini sono fisiologiche, sono cioè legate alla crescita e tendono a scomparire in tempi di solito non lunghi.
Quando, invece, diventano troppo intense come frequenza, consistenti, terrorizzano il bambino sino a disturbarlo nel sonno e in diverse attività della vita quotidiana, allora diventano problematiche e necessitano dell’intervento di un esperto.
I bambini piccoli, soprattutto nella fascia d’età pre-scolare, faticano a differenziare la realtà dalla fantasia e a capire che un certo mostro che temono o il lupo in casa non ci sia: loro li vedono o pensano di vederli e ne sono terrorizzati! Crescendo tale capacità migliora ed è più facile fare appello al pensiero e al ragionamento razionale per aiutarli ad affrontare le paure.
Talvolta ci capita sbagliando di fare dei confronti tra nostro figlio e degli amici coetanei e di comunicare quanto notiamo a nostro figlio (“ma come fai ad avere paura del lupo..guarda Alessandro il tuo amico com’è forte, non ha paura di niente”!). E’ chiaro che tutto ciò non solo non serve a niente perché non toglie la paura vissuta, ma in più umilia nostro figlio e lo ridicolizza davanti ai bimbi della sua età.
Quando i nostri figli hanno paura di qualcosa capita come genitori di dire loro di essere coraggiosi e forti! Tutto ciò però non solo non li aiuta perché la paura rimane, ma li fa sentire ancor più deboli e sbagliati per ciò che sentono e provano. Non ne parliamo se poi a questa frase aggiungiamo il confronto con il proprio fratello o amico (“lui si che è forte…non come te”).
A volte sperando di intervenire sulle paure dei bambini ci mettiamo a prenderli in giro o peggio deriderli, senza renderci conto che così facendo non facciamo che umiliarli e farli sentire ancora peggio (“hai paura della befana?? Ma sei proprio un fifone…pauroso…. !!”)
Mi è capitato di sentire alcuni genitori o nonni che usavano la paura dei bambini vissuta in quel momento per spaventarli e portarli ad obbedire (“guarda che se non metti a posto chiamo l’uomo nero che viene e ti porta via”!). Ovviamente tale meccanismo rinforza la paura sentita e porta il bambino ad obbedire non per l’autorevolezza del genitore ma perché terrorizzato di incontrare l’oggetto delle sue paure.
Prima di illustrarvi qualche strategia utile nelle paure dei bambini, desidero fare una premessa importante: se in famiglia mettiamo delle buone basi, sarà più facile che cresceremo figli sufficientemente sicuri e quindi meno paurosi! Mi riferisco al fatto che talvolta senza accorgercene proiettiamo paure e insicurezze ai nostri figli (es paura dei cani, ragni, ansia eccessiva sugli estranei, paura di fare brutta figura etc), portandoli a vivere delle ansie che in realtà sono nostre!!! Cerchiamo per tanto di crescere bimbi fiduciosi nelle proprie capacità, in grado di essere autonomi senza ansia, sapendo di potersi rivolgere sempre a noi nel momento del bisogno!!
Talvolta i nostri bimbi sono spaventati, ma non riconoscono bene cosa provano, né sono in grado di esprimerlo. Il primo aiuto che possiamo dare loro è aiutarli a nominare ciò che sentono, sintonizzandoci sulla loro paura, riconoscendola senza farli sentire sbagliati . Se, ad esempio, li vediamo impauriti nell’andare da una stanza all’altra soprattutto se buia possiamo dir loro: “Andrea mi sembri spaventato..sei tutto teso in viso e anche in corpo…c’è qualcosa che ti fa paura???…forse hai paura del buio? ….sai è normale alla tua età, tanti bambini ce l’hanno..tranquillo…passerà e intanto se vuoi la mamma ti accompagna“. Per un approfondimento di questo concetto puoi andare a leggere questo articolo scritto sulla risoluzione del conflitto nei figli.
Nel caso in cui capissimo che nostro figlio fa molta fatica a differenziare le emozioni che sente possiamo aiutarlo a riconoscerle, usando gli stratagemmi che ci vengono in mente come libri sulle emozioni (Le 6 storie delle emozioni di Sara Agostini- focalizzandoci sull’emozione della paura), smile diversi o un’immagine come questa che possiamo condividere con lui chiedendo “che emozione rappresenta? o “come stanno queste faccine? Cosa provano?”.
I bambini usano molto il disegno come forma di espressione di ciò che vivono e sentono, soprattutto in età pre-scolare, ma anche successivamente, dove però sono aiutati anche dalla parola. Sono possibili varie modalità; sta a noi scegliere quella che ci piace di più o che pensiamo essere la migliore per nostro figlio: nulla vieta di usarle tutte in fasi diverse!
E’ possibile proporre al bambino un disegno libero nel quale esprime esattamente ciò che prova con la seguente consegna: “Disegna qui su questo foglio bianco la paura del buio”. Di solito il fatto stesso di esprimere su carta ciò che si prova aiuta anche a ridurlo di importanza. Poi possiamo di fronte al disegno far parlare nostro figlio del suo lavoro e rassicurarlo o normalizzare ciò che sta provando.
Possiamo chiedere a nostro figlio di disegnare con un colore che rappresenta la paura dove la sente nel corpo sulla figura umana. Questo serve per analizzare meglio ciò che prova e in seguito aiutarlo a rilassare la zona che è tesa a causa della paura (vedi rilassamento).
Possiamo comprare a nostro figlio del pongo o se abbiamo tempo preparare con lui della pasta di sale che poi coloreremo; una volta che l’abbiamo gli diciamo: “crea la paura che senti del buio col pongo”. Se ha difficoltà guidiamolo chiedendogli di pensare a che colore ha, che forma ha. Una volta che nostro figlio ha creato col pongo l’immagine della sua paura la può lasciare li per un po’, distruggerla con le mani oppure parlare alla paura rappresentata, in modo da creare vicinanza con ciò che più teme!
Si tratta di coinvolgere nostro figlio in una “danza liberatoria” dove senza regole particolari gli si chiede (se vogliamo facendolo con lui) di danzare ciò che teme, aiutandolo con le gambe e le braccia a liberarsi fisicamente della paura che vive. Possiamo usare della musica di sottofondo se lo desideriamo. Alla fine della danza cerchiamo di parlare con nostro figlio e farci raccontare come sta, come si è sentito a danzare la sua paura, se si sente meno teso…
Si tratta di una strategia efficace e amata dai bambini, molto utile ad esempio sulle paure di mostri, orchi, figure fantastiche, ma anche altro. Bisogna ingaggiare tutta la famiglia, travestirsi come meglio si crede, da guerrieri, con spade, pozioni magiche e concretamente si inscena una battaglia per sconfiggere le paure dei bambini. Spesso è utile ripeterla più volte nell’arco di una settimana, finché ad esempio nostro figlio si convince che non ci siano più mostri in cameretta!
La condivisione di un bel libro coi nostri figli è molto utile non solo per rafforzare il legame con loro e per tutti i benefici che conosciamo sulla lettura di un libro, ma anche per sdrammatizzare la paura che vivono, capire che non sono i soli a sperimentarla e magari trovare delle soluzioni utili per sconfiggerla. Esistono tantissimi libri utili in tal senso, ve ne segnalo alcuni ma a voi il divertimento di scoprirne altri (“Topo Tip Che paura mamma” di Marco Campanella; “Il domatore del vento. Conoscere e superare le paure”. Con CD Audio di Pellai; “Le 7 paure di Ciripò. Il gatto fifone-coraggioso che aiuta i bambini con le favole” di Giuliana Franchini e Giuseppe Maiolo).
Aiutare i nostri figli a rilassarsi e accogliere le paure che vivono è una strategia efficace. In altri articoli ho illustrato qualche strumento utile in tal senso. Mi piacerebbe soffermarmi su una meditazione che potete fare coi vostri figli e che li aiuta ad accogliere le emozioni sgradevoli che sentono; è tratta da un libro molto carino “Calmo e attento come una ranocchia” di Eline Snel dotato di un CD con meditazioni guidate. Qui di seguito vi riporto una parte della stessa per ragioni di spazio; se foste interessati comprate il libro, ne vale pena e la potrete sentire e sperimentare anche in coppia tutta per intero!
Ci sono momenti in cui le cose vanno male, ci si sente tristi.. nervosi . E allora sedersi tranquillamente e ascoltare il respiro può servire. Ti chiedo di interrompere quello che stai facendo e di portare l’attenzione a ciò che senti adesso. Qualsiasi cosa tu senta, non cercare di mandarla via.. puoi avvicinarti un po’ di più a quello che senti. …. A volte aiuta anche dare un nome a quello che provi, dirsi “sono molto triste, ho paura.. ”…osserva come ti senti, adesso. C’è qualche parte del tuo corpo dove non ti senti bene? … E quando sai come ti senti, dirigi l’attenzione verso la respirazione. .. Allora, cosa osservi in questo momento..? …sii presente al tuo respiro…..senti cosa succede nel tuo corpo… Forse senti delle tensioni nel corpo… Non devi preoccuparti, poi passano… Puoi semplicemente lasciare entrare le tue emozioni… Abbi fiducia, le sensazioni spiacevoli finiscono per passare. ..E dopo un profondo respiro, torna a fare quello che stavi facendo, con fiducia”.
Che ne pensate? Se avete trovato utile ciò che avete letto e avete delle domande non esitate a contattarmi via mail, per telefono o via Skype!
A presto!
Dott.ssa Sabrina Borraccia