La solitudine è una condizione comune sperimentata nel tempo da tutti; ciascuno poi ha sviluppato un suo equilibrio o al contrario una difficoltà con questo stato d’animo. Ne deriva la possibilità di vivere una quotidianità serena con la solitudine o al contrario un malessere che porta a riempirsi di attività e relazioni pur di non stare da soli! In questo articolo vi parlerò innanzitutto del perché alcuni di noi sono più capaci di altri a stare da soli; poi vi illustrerò i vantaggi della solitudine e, infine, quali strategie concrete mettere in atto quando la solitudine diviene una prigione.
Un buon rapporto con la figura materna da piccoli contribuirà allo sviluppo di una sicurezza in se stessi e di una buona autostima. Al contrario, una relazione instabile coi genitori, unita alla sperimentazione di eventi traumatici nel passato influirà su un rapporto negativo con la solitudine.
L’avere a che fare con genitori distanti, poco in grado di soddisfare i bisogni dei propri figli, comunica loro l’idea di non essere degni di amore e rifiutati. Facilmente contribuirà a renderli instabili e li porterà a sviluppare delle relazioni poco equilibrate, dove si vive il terrore di essere abbandonati e non approvati.
Spesso chi viene da rapporti così distanzianti coi genitori, cresce insicuro e soffre molto la solitudine; tutto ciò porta la persona a cercare relazioni dipendenti dal partner, con l’idea che il proprio benessere derivi unicamente da quello dell’altro a cui ci si affida completamente!
Si tratta di esperienze molto negative che si possono vivere sia da bambini e che riguardano le figure di riferimento più importanti, sia in età adulta: in entrambi i casi segnano la persona e la sua paura a restare da solo.
Talvolta, purtroppo, i bambini sono testimoni di eventi molto tristi relativi alla perdita di un genitore e/o un nonno o ancora ad una loro malattia fisica o psicologica; tutto ciò comporta un precoce confronto con la solitudine. Se queste esperienze non vengono adeguatamente elaborate, il bambino ne verrà influenzato in futuro nei rapporti con gli altri e con la solitudine.
Anche lo sperimentare rapporti d’amore con persone disturbate psicologicamente, che magari fanno sentire l’altro incapace e insicuro, minano fortemente la propria autostima, la serenità a stare da soli e a vivere in armonia con se stessi senza dover pensare di aver bisogno in tutto dell’altro.
Chi sta bene da solo, non è angosciato all’idea di trascorrere del tempo senza persone attorno e sicuramente sarà in equilibrio con se stesso: conosce i propri pregi ma anche le proprie difficoltà, cerca di trarre il meglio dal momento di solitudine che sta vivendo senza spaventarsi!
Solo se ci concediamo del tempo per stare con calma da soli avremo modo di scoprire aspetti del nostro carattere e della nostra persona più intimi, che non emergerebbero in compagnia e nel caos quotidiano. Tutto ciò ovviamente avverrà con più facilità se ci faremo aiutare da percorsi di riflessione e/o meditazione.
Se ci allontaniamo, anche per poco, dagli stress della vita quotidiana, avremo modo di rigenerarci; lo stare a contatto con noi stessi, senza spaventarci dei pensieri e delle emozioni che viviamo, ci consentirà di riprendere fiato ed energia, per essere nuovamente pronti alla vita di tutti i giorni!
Se impariamo a stare da soli, avremo anche modo di fare il punto sulla nostra vita, su ciò che desideriamo ottenere ancora, ma anche su tutti gli obiettivi prefissati che abbiamo raggiunto!! E’ un bell’esercizio che, se attuato con una certa frequenza, aumenterà la fiducia in noi stessi!
Alla base di tante relazioni poco funzionanti vi è spesso un’incapacità delle singole persone a stare a contatto con la solitudine, in equilibrio, aspetto che le porta a investire eccessivamente nel rapporto con l’altro, sino ad annullarsi. Ciò crea rapporti nei quali il malessere di una persona diventa il disagio della coppia; qualunque malumore viene vissuto contro l’altro e non come un problema personale da risolvere!
Senza entrare troppo nello specifico possiamo affermare che la solitudine diviene un problema nel momento in cui mi fa stare così male da deprimermi nel profondo, impedirmi di progettare e muovermi in autonomia per raggiungere anche obiettivi semplici. Ciò interferisce pesantemente sulla quotidianità e sul rapporto con gli altri.
Qui di seguito cercherò in breve di illustrarvi gli step da seguire per affrontare la solitudine: prima cerchiamo di capire perché è arrivata per poi intervenire nel concreto!
Si tratta di guardare con una lente di ingrandimento quello che ci sta succedendo, suddividendo le situazioni che viviamo in tante piccole unità da analizzare nel profondo.
Dobbiamo capire tutte le volte che ci sentiamo soli quale emozione viviamo: tristezza? angoscia? colpa? rabbia? Ogni stato d’animo è possibile, perché dipende dalle situazioni che sperimentiamo, da come siamo fatti e dalla nostra storia personale.
Si tratta di un’analisi molto importante e utile: spesso sono alcuni modi costanti di pensare che alimentano alcuni stati d’animo piuttosto che altri! Sta a noi scoprirli per capire la ripetitività degli stessi e come poi modificarli nel tempo!
Ciascuno di noi, in risposta a un malessere interno, tende a mettere in atto alcuni comportamenti che diventano ripetitivi e ci chiudono ancor più in noi stessi (mi sento solo da quando è finita la relazione con Marco, sono triste, penso che non troverò più uno come lui, non esco più..così facendo mi isolo e aumenta la mia solitudine…).
Si tratta di una tabella da compilare divisa in colonne che ci aiutano a suddividere il problema in tante categorie diverse per comprenderlo meglio e in un secondo momento intervenire.
SITUAZIONE VISSUTA | EMOZIONE | PENSIERO | COMPORTAMENTO |
Arriva il fine settimana e non ho programmi | tristezza | Non ho voglia di uscire… nessuno mi vuole..resterò sempre da sola | Piango, mi isolo ancora di più e dormo tutto il giorno |
Si tratta di intervenire su ciascun punto esposto sopra al fine di interrompere e trasformare in positivo ciò che, invece, ci fa stare male.
Una volta che abbiamo capito che la solitudine è alimenta fortemente dalla tristezza che ci prende soprattutto in alcuni contesti particolari, proviamo a capire cosa ci possa far sentire meglio e aiutare in quel momento specifico.
Spesso tendiamo a ricorrere ad alcuni pensieri pessimisti, che intensificano le emozioni negative e la solitudine; una volta individuati anche grazie all’uso del diario, proviamo a modificarli in positivo in modo da divenire più utili per un cambiamento!
Quando abbiamo capito l’origine della solitudine, da cosa è alimentata e peggiorata, dobbiamo trovare il coraggio di interrompere il ciclo ripetitivo e poco utile e sostituire dei comportamenti più sani per stare bene!
Anche condividere ciò che stiamo passando con amici, genitori o figure per noi importanti può aiutare sia a sentirsi meno soli, sia a individuare strategie o soluzioni a cui non avevamo pensato! Aprirsi agli altri è sempre utile!!!
Si tratta di lavorare su un equilibrio interno da ritrovare cercando la pace, la serenità; tutto ciò che ci viene in mente va benissimo, da percorsi spirituali a forme di rilassamento o meditazione che ci aiutano a vivere meglio il momento presente (se volete andate a cercare nel BLOG diversi articoli che ho scritto in merito).
Dobbiamo cercare di vederci come un bel fiore che va accudito, alimentato giorno dopo giorno, sia praticando meditazioni utili al nostro benessere, sia lavorando sui nostri desideri più semplici e più profondi, ambizioni e progetti di vita. Questo può essere attuato mettendo per iscritto le varie aree e poi chiedendoci a che punto siamo e come possiamo fare per raggiungerle!
Nel caso in cui ci rendessimo conto di non farcela per molteplici ragioni ad uscire da soli al malessere che viviamo, chiediamo aiuto ad uno psicologo professionista che certamente saprà ascoltarci, guidarci e lavorare assieme a noi per uscire al tunnel della solitudine che ci ha logorato e imprigionato!
Che ne pensate? Spero abbiate trovato utile ciò che ho scritto, almeno in parte! Se avete qualche domanda da pormi contattatemi pure via e-mail, per telefono o via Skype!
A presto!
Dott.ssa Sabrina Borraccia