La solitudine: come renderla una buona compagna e non una prigione dell’anima!

la solitudine

La solitudine è una condizione comune sperimentata nel tempo da tutti; ciascuno poi ha sviluppato un suo equilibrio o al contrario una difficoltà con questo stato d’animo. Ne deriva la possibilità di vivere una quotidianità serena con la solitudine o al contrario un malessere che porta a riempirsi di attività e relazioni pur di non stare da soli! In questo articolo vi parlerò innanzitutto del perché alcuni di noi sono più capaci di altri a stare da soli; poi vi illustrerò i vantaggi della solitudine e, infine, quali strategie concrete mettere in atto quando la solitudine diviene una prigione.

Cosa impedisce un equilibrio con la solitudine?

Un buon rapporto con la figura materna da piccoli contribuirà allo sviluppo di una sicurezza in se stessi e di una buona autostima. Al contrario, una relazione instabile coi genitori, unita alla sperimentazione di eventi traumatici nel passato influirà su un rapporto negativo con la solitudine.

Relazione distaccata coi genitori

L’avere a che fare con genitori distanti, poco in grado di soddisfare i bisogni dei propri figli, comunica loro l’idea di non essere degni di amore e rifiutati. Facilmente contribuirà a renderli instabili e li porterà a sviluppare delle relazioni poco equilibrate, dove si vive il terrore di essere abbandonati e non approvati.

Relazioni sentimentali caratterizzate da dipendenza affettiva

Spesso chi viene da rapporti così distanzianti coi genitori, cresce insicuro e soffre molto la solitudine; tutto ciò porta la persona a cercare relazioni dipendenti dal partner, con l’idea che il proprio benessere derivi unicamente da quello dell’altro a cui ci si affida completamente!

Esperienze traumatiche nel passato

Si tratta di esperienze molto negative che si possono vivere sia da bambini e che riguardano le figure di riferimento più importanti, sia in età adulta: in entrambi i casi segnano la persona e la sua paura a restare da solo.

Lutti o malattie dei genitori

Talvolta, purtroppo, i bambini sono testimoni di eventi molto tristi relativi alla perdita di un genitore e/o un nonno o ancora ad una loro malattia fisica o psicologica; tutto ciò comporta un precoce confronto con la solitudine. Se queste esperienze non vengono adeguatamente elaborate, il bambino ne verrà influenzato in futuro nei rapporti con gli altri e con la solitudine.

Relazioni sentimentali traumatiche

Anche lo sperimentare rapporti d’amore con persone disturbate psicologicamente, che magari fanno sentire l’altro incapace e insicuro, minano fortemente la propria autostima, la serenità a stare da soli e a vivere in armonia con se stessi senza dover pensare di aver bisogno in tutto dell’altro.

Perché è utile avere un buon rapporto con la solitudine?

Aiuta ad essere in armonia con se stessi

Chi sta bene da solo, non è angosciato all’idea di trascorrere del tempo senza persone attorno e sicuramente sarà in equilibrio con se stesso: conosce i propri pregi ma anche le proprie difficoltà, cerca di trarre il meglio dal momento di solitudine che sta vivendo senza spaventarsi!

Ci fa scoprire parti di noi più profonde

Solo se ci concediamo del tempo per stare con calma da soli avremo modo di scoprire aspetti del nostro carattere e della nostra persona più intimi, che non emergerebbero in compagnia e nel caos quotidiano. Tutto ciò ovviamente avverrà con più facilità se ci faremo aiutare da percorsi di riflessione e/o meditazione.

Aiuta a ricaricarci!

Se ci allontaniamo, anche per poco, dagli stress della vita quotidiana, avremo modo di rigenerarci; lo stare a contatto con noi stessi, senza spaventarci dei pensieri e delle emozioni che viviamo, ci consentirà di riprendere fiato ed energia, per essere nuovamente pronti alla vita di tutti i giorni!

Aumenta la nostra autostima

Se impariamo a stare da soli, avremo anche modo di fare il punto sulla nostra vita, su ciò che desideriamo ottenere ancora, ma anche su tutti gli obiettivi prefissati che abbiamo raggiunto!! E’ un bell’esercizio che, se attuato con una certa frequenza, aumenterà la fiducia in noi stessi!

Ci consente di vivere rapporti sentimentali equilibrati

Alla base di tante relazioni poco funzionanti vi è spesso un’incapacità delle singole persone a stare a contatto con la solitudine, in equilibrio, aspetto che le porta a investire eccessivamente nel rapporto con l’altro, sino ad annullarsi. Ciò crea rapporti nei quali il malessere di una persona diventa il disagio della coppia; qualunque malumore viene vissuto contro l’altro e non come un problema personale da risolvere!

Quando la solitudine diventa un problema?

Senza entrare troppo nello specifico possiamo affermare che la solitudine diviene un problema nel momento in cui mi fa stare così male da deprimermi nel profondo, impedirmi di progettare e muovermi in autonomia per raggiungere anche obiettivi semplici. Ciò interferisce pesantemente sulla quotidianità e sul rapporto con gli altri.

Come uscire dalla solitudine?

Qui di seguito cercherò in breve di illustrarvi gli step da seguire per affrontare la solitudine: prima cerchiamo di capire perché è arrivata per poi intervenire nel concreto!

Inquadriamo il problema che stiamo vivendo

Si tratta di guardare con una lente di ingrandimento quello che ci sta succedendo, suddividendo le situazioni che viviamo in tante piccole unità da analizzare nel profondo.

Proviamo a rispondere ad alcune domande sulla solitudine

  1. Da quando vivo così intensamente questo sentimento?
  2. Come è stato il mio rapporto con la solitudine negli ultimi anni?
  3. E’ successo di recente qualcosa che possa giustificare ciò che provo?

Analizziamo nel profondo le emozioni che accompagnano la solitudine

Dobbiamo capire tutte le volte che ci sentiamo soli quale emozione viviamo: tristezza? angoscia? colpa? rabbia? Ogni stato d’animo è possibile, perché dipende dalle situazioni che sperimentiamo, da come siamo fatti e dalla nostra storia personale.

Analizziamo i pensieri ricorrenti legati alla solitudine

Si tratta di un’analisi molto importante e utile: spesso sono alcuni modi costanti di pensare che alimentano alcuni stati d’animo piuttosto che altri! Sta a noi scoprirli per capire la ripetitività degli stessi e come poi modificarli nel tempo!

Individuiamo i comportamenti ricorrenti collegati allo stare da soli

Ciascuno di noi, in risposta a un malessere interno, tende a mettere in atto alcuni comportamenti che diventano ripetitivi e ci chiudono ancor più in noi stessi (mi sento solo da quando è finita la relazione con Marco, sono triste, penso che non troverò più uno come lui, non esco più..così facendo mi isolo e aumenta la mia solitudine…). 

Facciamoci aiutare dal diario ABC

Si tratta di una tabella da compilare divisa in colonne che ci aiutano a suddividere il problema in tante categorie diverse per comprenderlo meglio e in un secondo momento intervenire.

SITUAZIONE VISSUTA EMOZIONE PENSIERO COMPORTAMENTO
Arriva il fine settimana e non ho programmi tristezza Non ho voglia di uscire… nessuno mi vuole..resterò sempre da sola Piango, mi isolo ancora di più e dormo tutto il giorno

Attuiamo delle strategie concrete per affrontare la solitudine

Si tratta di intervenire su ciascun punto esposto sopra al fine di interrompere e trasformare in positivo ciò che, invece, ci fa stare male.

Proviamo a trasformare le emozioni negative in positive

Una volta che abbiamo capito che la solitudine è alimenta fortemente dalla tristezza che ci prende soprattutto in alcuni contesti particolari, proviamo a capire cosa ci possa far sentire meglio e aiutare in quel momento specifico.

Interveniamo sui pensieri negativi che alimentano la solitudine

Spesso tendiamo a ricorrere ad alcuni pensieri pessimisti, che intensificano le emozioni negative e la solitudine; una volta individuati anche grazie all’uso del diario, proviamo a modificarli in positivo in modo da divenire più utili per un cambiamento!

Modifichiamo i comportamenti che ci fanno stare male

Quando abbiamo capito l’origine della solitudine, da cosa è alimentata e peggiorata, dobbiamo trovare il coraggio di interrompere il ciclo ripetitivo e poco utile e sostituire dei comportamenti più sani per stare bene!

Parliamo con qualcuno che stimiamo

Anche condividere ciò che stiamo passando con amici, genitori o figure per noi importanti può aiutare sia a sentirsi meno soli, sia a individuare strategie o soluzioni a cui non avevamo pensato! Aprirsi agli altri è sempre utile!!!

Pratichiamo forme di meditazione e/o preghiera

Si tratta di lavorare su un equilibrio interno da ritrovare cercando la pace, la serenità; tutto ciò che ci viene in mente va benissimo, da percorsi spirituali a forme di rilassamento o meditazione che ci aiutano a vivere meglio il momento presente (se volete andate a cercare nel BLOG diversi articoli che ho scritto in merito).

Coltiviamo il nostro fiore interiore

Dobbiamo cercare di vederci come un bel fiore che va accudito, alimentato giorno dopo giorno, sia praticando meditazioni utili al nostro benessere, sia lavorando sui nostri desideri più semplici e più profondi, ambizioni e progetti di vita. Questo può essere attuato mettendo per iscritto le varie aree e poi chiedendoci a che punto siamo e come possiamo fare per raggiungerle!

Chiediamo aiuto ad uno specialista

Nel caso in cui ci rendessimo conto di non farcela per molteplici ragioni ad uscire da soli al malessere che viviamo, chiediamo aiuto ad uno psicologo professionista che certamente saprà ascoltarci, guidarci e lavorare assieme a noi per uscire al tunnel della solitudine che ci ha logorato e imprigionato!

In conclusione

Che ne pensate? Spero abbiate trovato utile ciò che ho scritto, almeno in parte! Se avete qualche domanda da pormi contattatemi pure via e-mail, per telefono o via Skype!

A presto!

Dott.ssa Sabrina Borraccia