Sarà certamente capitato a molti genitori di dover affrontare uno stato di ansia da prestazione nei propri figli e di non sapere esattamente come comportarsi. Come succede regolarmente, ciascun genitore prova a mettere in atto delle soluzioni di fronte alla comparsa di un problema nel figlio; alcune di queste si rivelano efficaci, molte altre solo in parte. Vorrei qui di seguito soffermarmi prima nello spiegare cosa sia l’ansia e in particolare cosa si intende per ansia da prestazione, come questa si manifesta nei nostri figli, in che contesti e infine cosa è possibile mettere in atto come genitori per affrontarla!
L’ansia è un’emozione importante che ha la funzione di segnalare la presenza di un pericolo imminente; come tutte le emozioni è caratterizzata da 4 componenti principali:
L’ansia da prestazione che noi possiamo vedere nei nostri figli è caratterizzata da una preoccupazione di non essere all’altezza di un compito o un’attività che si deve svolgere e/o di essere giudicati negativamente da terzi”.
L’ansia è un’emozione di base importante, perché ci aiuta a sopravvivere ad un pericolo imminente; è quell’emozione antica, che ha consentito agli uomini primitivi di sopravvivere nelle foreste alla vista in lontananza del leone, grazie alla fuga immediata.
Anche una lieve ansia da prestazione è utile nell’uomo e in particolare nei nostri figli, perché consente di arrivare alle prove da affrontare con quel livello di tensione tale da avere un buon rendimento.
Tuttavia, se l’ansia supera quel livello tale da interferire su funzioni cognitive quali l’attenzione, la memoria, la prestazione e in generale l’immagine che l’individuo ha di sé, allora diviene patologica.
L’ansia da prestazione più comune che possiamo vedere nei nostri figli è sicuramente quella di tipo scolastico, da esame/interrogazione. Se nostro figlio è eccessivamente preoccupato di andare male nell’interrogazione, sarà esageratamente in ansia, vivrà l’angoscia di andare male, di fare una brutta figura davanti a tutti e se tale meccanismo mentale si protrae, l’incubo diverrà realtà, con prestazioni che potrebbero peggiorare alimentando il circolo dell’ansia da prestazione.
L’ansia da prestazione la possiamo vedere anche nello sport che nostro figlio sperimenta, soprattutto se inizia ad essere l’attività preponderante e non una delle tante. È tipico ritrovarsi, infatti, in situazioni nelle quali la prestazione durante gli allenamenti è buona, a differenza di quella delle partite e dei campionati, dove si evince preoccupazione di non essere all’altezza della situazione.
L’ansia da prestazione può anche manifestarsi nelle relazioni sociali di nostro figlio, dove la preoccupazione diventa quella di non essere sufficientemente simpatico, carino, interessante, socievole, di essere così escluso e fare una brutta figura.
Nel momento in cui nostro figlio vive uno stato intenso di ansia da prestazione, dobbiamo chiederci:
Talvolta accade che l’ansia da prestazione eccessiva vissuta da nostro figlio sia in gran parte alimentata e causata da figure vicine ma non propriamente familiari, quali nonni, tate, insegnanti di scuola o di sport. Se così fosse a volte è sufficiente parlare con loro per spiegare il problema insorto e studiare assieme soluzioni e strategie diverse da effettuare.
Si tratta di interventi vari che agiscono a volte più sul piano del pensiero, a volte emotivo, altre comportamentale, ricordandoci della stretta relazione esistente tra i vari livelli (se io penso in maniera più efficace mi sentirò meglio e mi comporterò più adeguatamente).
SITUAZIONE PROBLEMATICA | EMOZIONE VISSUTA/SINTOMI CORPOREI | PENSIERO EFFETTUATO |
Interrogazione imminente a scuola | Ansia, terrore, nausea | Andrò male e farò una brutta figura. |
Come genitori possiamo aiutare nostro figlio a sdrammatizzare l’ansia da prestazione, i suoi pensieri catastrofici e ridurre eventuali evitamenti futuri con le seguenti domande:
“Per quale ragione pensi che andando a scuola prenderai un brutto voto visto che hai studiato?
“Se anche prendessi un brutto voto cosa succederebbe di così terribile?”
Si tratta di una tecnica che può essere usata con successo anche a fronte di altre paure. Se, ad esempio, la paura di nostro figlio è quella di ricevere delle osservazioni negative dalla propria insegnante potremmo dirgli: “immagina che al posto della voce della tua insegnante esca il suono della voce di un personaggio dei cartoni che ti piace e ti fa ridere..tipo paperino..immaginiamo che la tua insegnante parli come paperino e ti dica ciò che tu temi…tipo non sei stato abbastanza bravo”! Tutto ciò di solito se lo rappresentiamo anche sotto forma teatrale renderà ridicolo ciò che prima era spaventante!
Spesso i nostri figli in preda all’ansia da prestazione hanno perso fiducia in sé stessi e pensano di valere proprio poco! Aiutiamoli a creare una lista delle loro abilità trasversali alla vita di tutti i giorni (es. sono simpatico, gioco bene a calcio, ho tanti amici, amo leggere etc..). Questo elenco può essere arricchito con esempi concreti, a volte aggettivi positivi o personaggi amati che ben descrivano quella qualità (esempio gioco bene a calcio…Dybala/figo!). Questa lista può essere portata sempre dietro e letta tutte le volte che nostro figlio entra in crisi.
POSTO SICURO. Si invita nostro figlio a creare un posto in cui si sente al sicuro, tranquillo, protetto e al quale può accedere ogni volta che lo desidera: “prova a pensare e poi a scrivere su un foglio un ricordo piacevole, relativo a qualcosa che hai vissuto e che ti ha fatto stare bene, ti ha reso felice..chiediti qual è l’immagine che meglio lo rappresenta, la tua emozione, dove la senti nel corpo…”. Nostro figlio potrà così ricorrere al suo posto sicuro tutte le volte che vorrà.
Si tratta di un modo semplice per aiutare nostro figlio a scaricare naturalmente le tensioni che accumula nel quotidiano. In alcuni casi si può pensare di far iniziare uno sport nuovo, in altri si può proporre attività aggiuntive quali la corsa, salto della corda, giochi all’aperto che comunque divertono e aiutano a sfogarsi.
Non è necessario essere degli esperti in materia, l’importante è creare un contatto di vicinanza affettivo con nostro figlio e magari prima di dormire farlo sdraiare e anche sotto forma di gioco massaggiarlo. Possiamo farci aiutare da qualche crema o olio a base di prodotti rilassanti, come crema alla lavanda o oli essenziali. Tutto ciò avrà effetti benefici sulle sue tensioni e intensificherà il rapporto con lui!
Esistono moltissime tecniche di rilassamento e/o metodi che si possono imparare anche in coppia mamma bambino utili per alleviare le tensioni. In questo contesto vorrei soffermarmi su due punti iniziali molto importanti.
Si tratta di un procedimento che in apparenza può sembrare banale, in realtà se attuato con costanza può essere di grande aiuto. Potrà succedere che nostro figlio senta, ad esempio, l’ansia collegata alla prestazione a livello del petto e della pancia; una volta capito questo aspetto lo si invita a sedersi comodo (meglio non sul divano ma su una sedia), mettere una mano sulla zona che sente carica di tensione e vedere cosa accade nel corpo, accogliendo il disagio. Lo stare fermo in ascolto della tensione di solito aiuta a ridurla.
Spesso chi soffre d’ansia si accorgerà di avere i cicli di respirazione accelerati; un primo lavoro che si può imparare è innanzitutto quello di prestare attenzione al nostro respiro e accorgersi di come inspiriamo ed espiriamo, a che velocità e quali parti del corpo usiamo. Solo in seguito possiamo sederci con nostro figlio uno di fronte all’altro, se ci va chiudere gli occhi e provare a inspirare dal naso sentendo l’aria che entra per 4 secondi, fermarci per 2 secondi e infine espirare per altri 4 secondi. Possiamo ripetere questo esercizio 10/12 volte e assaporare lo stato di rilassamento che si ottiene.
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A presto
Dott.ssa Sabrina Boraccia