A ciascuno di noi è capitato nella vita di avere paura di fallire, sbagliare, commettere errori: è normale, purché questa paura non diventi costante e ci impedisca di compiere le scelte giuste per farci stare bene! In tal caso diviene disturbante sino a generarci un malessere interno e bloccarci nei comportamenti. In questo articolo desidero parlarvi delle caratteristiche tipiche di chi ha paura di fallire, il perché alcuni ce l’hanno maggiormente ed altri meno. Infine, vi racconterò di quanto sia importante sbagliare, fornendovi poi alcune strategie pratiche che vi aiuteranno a sconfiggere la paura di fallire.
Chi vive la paura di fallire è spesso in uno stato di ansia legata al timore di sbagliare e compiere le scelte non giuste per sé e/o per gli altri! Ha una struttura mentale piuttosto rigida, perfezionistica, dove diventa centrale compiere tutto al meglio per evitare di fallire. Questa paura però spesso blocca la persona in un circolo vizioso che le impedisce di compiere le scelte più adeguate: più temo di sbagliare, più eviterò quelle situazioni nuove e potenzialmente rischiose impedendomi però di progredire. Da cui un aumento della paura di fallire, che alimenterà l’evitamento e mi chiuderà sempre di più in me stesso.
Tale stato d’animo ha delle conseguenze immediate negli obbiettivi che ci si prefigge: questi saranno sempre più limitati e circoscritti alla nostra “confort zone”, impedendoci sia di capire di cosa abbiamo veramente bisogno, sia di cercarlo e ottenerlo! Inoltre, la paura di fallire se permane e resta il nostro motore di vita, potrebbe arrecarci dei disagi anche a lungo termine emotivi, corporei e di salute fisica: uno stress continuo e un malanimo se non elaborato adeguatamente influisce su tutto il corpo.
E’ indubbio che alcune persone risultano più temerarie rispetto ad altre, in parte certamente per ragioni che possiamo attribuire al carattere e temperamento, in parte però come conseguenza di almeno due fattori: la famiglia di origine e la presenza di eventuali traumi passati.
Chi è cresciuto all’interno di una famiglia ansiosa, perfezionista e rigida ha sicuramente comunicato al proprio figlio l’importanza di comportarsi al meglio, prevedere e quindi prevenire il più possibile errori futuri. In questo contesto lo sbaglio è mal tollerato, l’ansia sulla prestazione diventa alta, come la paura di fallire. Spesso, inoltre, vi è un atteggiamento dei genitori iperprotettivo, che non insegna ai figli la così detta resilienza, la capacità di stare nelle situazioni difficili per crescere e superarle.
Quanto esposto genera nei figli uno stato emotivo prevalente di ansia, insicurezza generale, bassa autostima e immagine di sé negativa e fragile. Spesso, si aggiunge, una ridotta capacità assertiva che impedisce al bambino di esprimere i propri bisogni in maniera adeguata senza spaventarsi dell’altro.
Può accadere che, indipendentemente dalla nostra personalità o famiglia di origine, ci capiti nella vita un evento che noi percepiamo in maniera traumatica e che ci impedisce di stabilire nuovi obiettivi utili per noi. Questo perché è stata talmente intensa l’esperienza vissuta, che la paura di fallire di nuovo è troppo alta e invalidante! Se così fosse consiglio di ricorrere subito ad uno psicologo esperto nel trauma, che in tempi brevi vi aiuterà a risolvere il vostro problema.
E’ risaputo da sempre e studiato dai più grandi pedagogisti che l‘errore è fondamentale per apprendere, imparare, capire ciò che non è andato bene, modificarlo e riprovare! L’errore è un’opportunità unica nella vita per progredire! Se noi non sbagliamo non impariamo nulla!!! Ne sono un esempio tanti personaggi famosi, ad esempio Einstein rimandato in alcune materie, considerato in alcuni momenti non adatto ad alcuni lavori etc…
Mi riferisco all’importanza di registrare su un foglio diviso per colonne, quali sono le situazioni più frequenti che mi portano ad aver paura di fallire e quali pensieri sono solita compiere in queste situazioni.
Situazione vissuta | Emozione provata | Pensiero |
Es. Mi hanno chiesto a lavoro di iniziare un nuovo ruolo che mi darà prestigio | Paura di fallire | Non conosco bene ciò che andrò a fare. E se poi sbaglio? Se fallisco? Penseranno che non valgo niente. |
Si tratta di un lavoro molto utile: dopo aver compilato il diario cerchiamo di capire quali sono i pensieri che più frequentemente accompagnano la nostra paura di fallire. Di solito le categorie più frequenti sono:
E’ un lavoro molto usato in terapia cognitivo-comportamentale dove si insegna alle persone a criticare i propri pensieri chiedendosi: “che prove ci sono a favore di ciò che dico?”, “non c’è forse un modo alternativo di pensare?”, “se ci fosse con me un amico penserebbe la mia stessa cosa?”.
Cerchiamo di entrare in una logica di pensiero diverso e vediamo se riusciamo a metterla in pratica. Se ciò fosse troppo difficile, è perché alcuni modi di essere e pensare sono radicati in noi in quanto provenienti dal passato. In tal caso, se non riuscissimo a prendere distanza dalla paura di fallire, vale la pena chiedere aiuto ad uno psicologo che con mezzi adeguati ci aiuterà di sicuro a stare meglio!
Si tratta di un primo passaggio molto importante, che può essere aiutato anche dalla compilazione del diario: capire che certe situazioni specifiche ci spaventano e dove sentiamo nel corpo questa paura (al petto, sulle spalle, vicino al cuore, in tutto il corpo etc).
Prendiamo una sedia comoda e stiamo in ascolto della nostra paura, lasciandola scorrere dentro di noi; se vogliamo possiamo chiudere anche gli occhi, semplicemente ascoltare questa emozione e vedere come si muove nel nostro corpo. Ci accorgeremo che in pochissimo tempo questo stato d’animo, se ci concediamo di accoglierlo, si ridurrà nella sua intensità.
Se ci piace scrivere e manifestare con la penna ciò che proviamo possiamo prendere un foglio bianco e in maniera libera esprimere ciò che sentiamo: “cara paura volevo dirti che…..”. Tutto ciò ha il vantaggio sia di far emergere quello che sentiamo, sia di prendere maggior contatto con la paura di fallire, familiarizzare con lei per poi superarla.
Vi sono moltissime tecniche che possiamo utilizzare, di rilassamento, di rallentamento del nostro respiro nei suoi cicli di inspirazione ed espirazione e/o uso del nostro respiro per focalizzarci sul momento presente e lasciar scorrere davanti a noi lo stato d’animo negativo. Qui di seguito vi riporto un breve stralcio di una meditazione tratta dal libro “Calmo e attento come una ranocchia” di Eline Schnell scritto per bambini, ma che a mio parere potete provare a praticare anche da adulti.
Ci sono momenti in cui le cose vanno male, ci si sente spaventati.. nervosi . E allora sedersi tranquillamente e ascoltare il respiro può servire. Ti chiedo di portare l’attenzione a ciò che senti adesso. Qualsiasi cosa tu senta, non cercare di mandarla via.. puoi avvicinarti un po’ di più a quello che senti. …. A volte aiuta anche dare un nome a quello che provi, dirsi “sono molto triste, ho paura.. ”…osserva come ti senti, adesso. C’è qualche parte del tuo corpo dove non ti senti bene? … E quando sai come ti senti, dirigi l’attenzione verso la respirazione. .. Allora, cosa osservi in questo momento..? …sii presente al tuo respiro…..senti cosa succede nel tuo corpo… Forse senti delle tensioni nel corpo… Non devi preoccuparti, poi passano… Puoi semplicemente lasciare entrare le tue emozioni… Abbi fiducia, le sensazioni spiacevoli finiscono per passare. ..E dopo un profondo respiro, torna a fare quello che stavi facendo, con fiducia”.
Dal momento che alla base della paura di fallire vi è una non accettazione dell’errore possono essere di aiuto 2 esercizi diversi.
Proviamo a prendere del tempo per ripercorrere la nostra storia personale ed elenchiamo su un foglio tutte le volte che abbiamo sbagliato o commesso degli errori. Poi pensiamo a cosa è successo dopo e cerchiamo di valorizzare il positivo che ne è derivato: “cosa abbiamo imparato da questa esperienza?”.
Si tratta di provare a sperimentare dei comportamenti diversi dai nostri abituali, che potrebbero portarci a commettere piccoli sbagli e poi analizziamo come è andata e se veramente è stato così terribile.
Si tratta di un’arte e un aspetto del carattere molto utile, che ci consente di vivere meglio l’errore e imparare anche a vederne il lato ironico. A fronte cioè di qualcosa che non è andato come avremmo voluto proviamo a chiederci: “ma è stato poi così terribile?” “come posso vederla diversamente?”.
Spesso la paura di sbagliare ci blocca in numerosi obiettivi e strade che vorremmo percorrere, ma che neanche immaginiamo a causa dell’ansia di sbagliare. Proviamo allora ad elencare liberamente, senza pensarci troppo, alcuni obiettivi che vorremmo raggiungere nella vita. In un secondo tempo mettiamoli in ordine di raggiungibilità: quali mi sembrano più fattibili? Infine, proviamo a sceglierne uno e cerchiamo di capire come ottenerlo lavorando sulla paura di fallire con le strategie cognitive ed emotive sopra esposte.
Che ne pensate? Avete trovato di aiuto quanto ho scritto? Se lo desiderate non esitate a contattarmi per e-mail, per telefono o via Skype!
A presto!
Dott.ssa Sabrina Borraccia