Vivere un legame profondo con qualcuno e poi trovarsi a perderlo definitivamente è purtroppo un’esperienza umana comune, che genera un dolore pungente, a volte insopportabile! Siamo circondati dalla sofferenza e dal pianto e la differenza la fa chi non si spaventa delle emozioni che nel tempo arriveranno e cerca in tutti i modi di continuare a vivere. Superare il lutto non è mai un’esperienza facile, sebbene subentrino molteplici variabili che lo rendono più tollerabile o al contrario struggente. In questo articolo vi parlerò delle caratteristiche del lutto, delle diverse tipologie dello stesso e di come sia possibile superare il lutto servendosi di alcune strategie emotive, relazionali e comportamentali! Buona lettura!
Il lutto è uno stato psicologico conseguente alla perdita di qualcosa per noi molto importante, solitamente una persona cara, a volte anche una situazione o uno status sociale. Di solito l’essere umano esce dalla fase del lutto dopo circa 18 mesi. Non sempre però è così e in tal caso si parla di lutto patologico, quando non si riesce ad accettare l’irreparabilità dell’evento.
Vi sono molte teorie e scritti su tale argomento; qui di seguito vi espongo brevemente le fasi del lutto secondo l’autrice Kubler Ross, in modo da sapere a cosa andrete incontro quando perderete qualcuno che amavate molto. Tenete conto che tali fasi non sono rigide né per forza ci si trova a vivere tutte le emozioni così descritte o nelle tempistiche presentate. Il conoscerle è una buona partenza per riuscire a superare il lutto senza restarne ingabbiati.
E’ la fase iniziale preceduta da shock emotivo, nella quale non si capisce bene ciò che sta accadendo e si rifiuta quanto successo.
Ci si inizia ad isolare e si oscilla tra la tristezza e lo sconforto e la rabbia molto intensa a volte diretta contro gli altri a volte contro se stessi.
Si tratta di un momento importante dove si iniziano a rivalutare le proprie risorse e si cerca di prendere contatto con la realtà, così com’è.
In questo periodo si capisce che la morte è inevitabile, bisogna farci i conti e che non siamo gli unici a viverla sulla terra.
E’ il momento che aiuta a superare il lutto; dopo il superamento del senso di colpa, si capisce che si può ritrovare un significato alla propria vita anche senza la persona amata.
Come abbiamo visto sopra sono tante le emozioni che si vivono quando perdiamo una persona cara: tristezza, solitudine, rabbia, colpa verso noi stessi per non aver fatto abbastanza o verso il mondo crudele che ci ha portato via chi amavamo. Molto spesso è presente anche ansia collegata alla percezione di non farcela a vivere da soli o a gestire la vita senza l’altro.
Ve ne sono molteplici tra cui debolezza intensa, costrizione al petto, scarsa salivazione, senso di irrealtà o depersonalizzazione e vuoto a livello gastrico.
Spesso in concomitanza al lutto si hanno problemi a dormire, a mangiare, a mantenere l’attenzione, si piange spesso, si tende ad isolarsi, si sogna frequentemente il defunto e sovente si cerca di evitare posti o luoghi che lo ricordano.
Possiamo, per semplificare, differenziare il lutto sia dalla persona che si è persa, sia dalla durata della malattia. Per quanto riguarda il primo aspetto capiamo bene quanto sia diverso perdere un amico, un genitore o ancora il figlio: a seconda del legame che c’era sarà condizionato il cammino dopo e la possibilità di superare il lutto con facilità o meno. Allo stesso modo la durata della malattia, quanto questa è stata improvvisa o al contrario lunga e discontinua influenzerà sull’elaborazione del lutto.
Il fatto di riuscire a reagire meglio ad un’esperienza di per se così devastante come quella del lutto dipende dall’intersecarsi di almeno questi tre fattori: l’attaccamento di base, l’autostima e la capacità di stare sufficientemente bene anche da soli.
Come ho già raccontato in altri articoli sulla coppia l’attaccamento è il tipo di legame che si crea con le figure di accudimento, la mamma solitamente. In base al tipo di legame che ho instaurato da bambino avrò raggiunto una maggiore o minore sicurezza, una capacità di accorgermi di stati d’animo negativi, di esprimere le emozioni che sento senza spaventarmene e di chiedere quindi aiuto.
Per autostima si intende la fiducia che si ha in se stessi e nelle proprie capacità, direttamente collegata all’attaccamento ricevuto. Più io sarò stato amato e cresciuto con un sano attaccamento più sarò sicuro e forte e avrò risorse maggiori per affrontare momenti di crisi tra cui un lutto importante.
Anche questo aspetto dipende e deriva dai due sopra citati: più sarò cresciuto forte e sicuro di me anche grazie ad un rapporto sano e buono con mia mamma, meglio saprò stare da solo, senza soffrirne e riuscirò a vivere rapporti di coppia solidi dove l’altro mi completa ma senza indebolire la mia capacità di stare da solo.
Il principio di base per vivere a pieno il lutto e superarlo è di non farsi spaventare dalle emozioni che sopraggiungono, viverle e andare oltre.
L’esperienza di perdere qualcuno di amato ci porterà a vivere, come sopra spiegato, emozioni e fasi molto diverse: tutte sono giuste e vanno bene, certamente non ci faranno stare bene. E’ molto forte la tentazione di negarle, allontanarle e bombardarci di caos per non soffrire; tuttavia l’unica via per superare il lutto è vivere le emozioni che arriveranno per poi andare oltre!
Un modo meno doloroso e opprimente di stare con le emozioni è esprimerle come meglio ci piace: attraverso dei disegni, con il pongo, la plastilina, i colori, il canto o anche il movimento nelle sue varie sfaccettature. Basta fermarsi un attimo e chiedersi: “Se potessi esprimere questa tristezza che ho nel cuore come lo potrei fare?”. Tutto sta a cercare il proprio canale espressivo e seguirlo.
Molto utile può essere tenere un diario che diventa il nostro compagno di condivisione degli stati d’animo che percepiamo, giorno dopo giorno all’inizio e poi nel tempo quando ne sentiamo il bisogno. Mettere per iscritto ciò che proviamo è un po’ un modo per esprimerlo e tirarlo fuori e al tempo stesso mantiene uno spazio intimo che noi non condividiamo con nessuno se non con il nostro diario.
Molto utile è anche scrivere delle lettere a chi non c’è più; all’inizio il titolo potrebbe essere: “caro M. prima che tu morissi avrei voluto dirti che……”, “caro M. mi sento in colpa perché avrei voluto…..”, “caro M. tu sei stato per me….” etc. I titoli possono essere legati a fasi diverse che si vivono verso chi non c’è più e consentono di esprimere e comunicare pensieri intimi che altrimenti resterebbero nascosti e non detti.
La pace interiore può essere cercata in molti modi diversi: praticando forme di rilassamento varie, pregando quotidianamente (se siamo cristiani) e imparando tecniche diverse come la mindfullness che ci aiuta a vivere il momento presente, le sue emozioni positive e negative per lasciarle scorrere davanti a noi. Qui di seguito vi sintetizzo una meditazione che potete mettere in pratica legata alla ricerca di un posto sicuro (potete trovare la parte integrale insieme a tante altre meditazioni nel libro “Calmo e attento come una ranocchia” di Eline Snel).
“a volte è bello avere un posto tutto per te, dove ti senti al sicuro…sdraiati e rivolgi l’attenzione al tuo corpo….ascoltalo senza fare nulla..se noti che stai pensando ricorda che non devi correre dietro alle tue idee, guardale scorrere come le nuvole…tutto il corpo riposa…quando sei rilassato pensa ad un posto dove ti senti al sicuro, al riparo…guardalo..e restaci…cosa scopri? cosa vedi? sei in un posto bello, il regno della sicurezza..potrai tornarci quando vorrai..qui sei al sicuro..appena vuoi riporta l’attenzione verso l’esterno…fatti accompagnare dalla sensazione di sicurezza dappertutto…”
Quando si vive la perdita di una persona cara è importante alternare momenti di solitudine, dove si sta col proprio dolore e ci si concede di viverlo a pieno senza preoccuparsi delle reazioni degli altri, a momenti di socialità. In questo caso a volte sono di grande sollievo i gruppi di muto aiuto nei quali si parla di ciò che ci sta capitando con altre persone che vivono il nostro stesso dolore. Alcune persone però trovano imbarazzante questa modalità e prediligono parlare con amiche care con cui riescono ad aprirsi meglio.
In un momento in cui vorremmo scomparire e soffriamo è, invece, molto importante recuperare un equilibrio psico-fisico, curando l’alimentazione, il sonno, alimentando la calma dentro di noi e sfogando il nostro malessere attraverso l’attività sportiva.
Mentre scrivo questo articolo mi trovo a vivere il lutto di un amico d’infanzia che ha lasciato sulla terra tante persone che lo amano immensamente; di fronte al grande dolore rifletto e desidero condividere con voi questi ultimi due pensieri, a mio avviso centrali per poter superare il lutto e continuare nel tempo a vivere col sorriso nonostante il dolore dell’assenza.
La relazione con chi se n’è andato di sicuro ha creato dentro di noi un tesoro speciale, fatto di ricordi, di insegnamenti, di doni unici. Sta a noi andare a riscoprirli, accudirli, custodirli per poi trasmetterli al mondo esterno, attraverso il nostro essere, i nostri comportamenti. Solo così sentiremo sempre con noi chi ci ha lasciato e potremo donarlo a tutti quelli che l’hanno amato e perché no, anche a chi non l’ha conosciuto ma potrà comunque attraverso di noi imparare ad amarlo!
Si tratta di un concetto molto importante, soprattutto quando perdiamo il compagno d’amore, ma anche un fratello o un genitore a cui eravamo molto legati. Anche se l’altro non c’è più e anche se all’inizio ci sembra che nulla abbia più senso, impareremo a capire nel tempo che noi continuiamo a esistere, valere con la nostra personalità e la nostra anima, indipendentemente dall’altro che porteremo sempre nel cuore. Sono certa che chi ci ha amato vorrebbe per noi il meglio, che noi fossimo felici anche senza di lui!! Quindi CORAGGIO E BUONA VITA!!
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A presto!
Dott.ssa Sabrina Borraccia