A qualunque genitore capita, più o meno frequentemente, di incorrere in crisi di rabbia del proprio figlio e di non riuscire ad intervenire adeguatamente. Non solo, infatti, queste crisi sono sentite da noi genitori come insopportabili e fastidiose, ma in aggiunta ci portano ad urlare e arrabbiarci con nostro figlio alimentando il circolo della rabbia. Più, infatti, il nostro tono di voce si alza e diventa aggressivo, più nostro figlio si sente attaccato, non capito e difensivamente aumenta le crisi di rabbia. Il risultato finale solitamente è un gran sfinimento da parte dell’intera famiglia, senza aver risolto alcun problema!
Prima di capire come intervenire a fronte delle crisi di rabbia di nostro figlio, vorrei soffermarmi sull’emozione della rabbia, sul funzionamento del nostro cervello collegandolo alla rabbia stessa e infine sulle motivazioni per cui un bimbo si arrabbia.
La rabbia, come tutte le emozioni, è di per sé stessa importante e funzionale nella vita di tutti i giorni. È un istinto primordiale, che nasce nell’individuo a seguito del bisogno di difendersi per sopravvivere all’ambiente esterno. Da un punto di vista psicologico ci arrabbiamo quando percepiamo che un nostro valore personale, diritto, qualcosa della nostra identità è stata violata: abbiamo cioè subito un’ingiustizia!
La rabbia come tutte le emozioni ha, oltre alla componente cognitiva sopra esposta, una fisiologica importante; quando ci arrabbiamo nel nostro corpo si assiste a:
La rabbia, dunque, diviene disfunzionale quando si trasforma frequentemente in ira, collera, aggressività verso terzi e comporta un generale aumento del malessere nella persona.
Quasi tutti sappiamo che il nostro cervello è diviso in due emisferi, destro e sinistro. Ogni emisfero ha funzioni diverse, separate e distinte: l’emisfero sinistro rappresenta la parte più logica, razionale, verbale, quello di destra invece la parte più emotiva, espressiva, istintiva. Nei bimbi piccoli, soprattutto fino ai 3 anni di vita, è predominante l’emisfero di destra, cioè l’istintività e l’emotività.
Possiamo ben intuire come sia fondamentale il collegamento e l’integrazione tra i due emisferi affinché un comportamento sia adeguato alla situazione presente.
Le crisi di rabbia che avvengono nei nostri figli sono dovute all’uso massiccio dell’emisfero di destra. Il nostro compito come genitori sarà quindi quello di insegnare ai figli ad utilizzare anche l’emisfero di sinistra nelle situazioni critiche.
Ci sono moltissime ragioni per cui nostro figlio ha crisi rabbia e sta a noi genitori cercare di capirne il perché. Potrebbe:
Se possibile preveniamo già dalla gravidanza crisi frequenti di rabbia future nei nostri figli.
Quando siamo sotto stress il primo a risentirne è il nostro cervello, che tra le altre modifiche riduce la produzione della serotonina, o ormone del “buonumore”, con conseguente iperattivazione motoria, aumento della pressione sanguigna e anche intensificazione della rabbia. Diverse ricerche hanno, appunto, dimostrato che lo stress nell’utero della mamma riduce la produzione di serotonina e aumenta invece la noradrenalina, che intensifica l’aggressività.
Ricordiamo sempre che i genitori sono il primo modello che i figli hanno davanti: quindi devono essere i primi a cercare di controllare le proprie emozioni e regolare eventuali stati di rabbia che possono sperimentare.
Il principio guida che dovrà sempre accompagnare un genitore durante le crisi di rabbia del figlio è quello di:
In tale fase di vita è difficile pensare a degli interventi verbali che sollecitino il piano cognitivo, in quanto il bimbo si esprime per lo più col corpo e istintivamente (emisfero destro). Ciò che può essere utile, quindi, a fronte delle crisi di rabbia di nostro figlio sono interventi fisici di contenimento della mamma, quali abbracci o coccole. Oppure gli si può insegnare a spostare la carica di rabbia e irritazione che magari vive lanciando un gioco contro la televisione verso qualcosa di più innocuo, come lo stringere forte delle palline anti-stress, lanciare la palla forte contro un muretto o saltare con tanta energia…
Ecco alcune attività che il genitore può condividere col figlio per aiutarlo a gestire meglio le crisi di rabbia.
Si tratta di scatole semplici che il genitore può creare con il proprio figlio, vanno personalizzate e hanno l’obiettivo di aiutare il bimbo a calmarsi e liberarsi della rabbia.
Scatola della calma. Si può partire prima dalla costruzione della scatola, che può essere colorata con una tonalità vissuta da nostro figlio come rilassante. Poi si cercano assieme tutti quegli oggetti che lo tranquillizzano, quali ad esempio peluche, fazzoletti morbidi, una foto della mamma, un suono rilassante etc. L’idea è che tutte le volte che nostro figlio si sente nervoso, agitato può aprire la sua scatola, mettersi in un posto comodo e tranquillo della casa e provare a calmarsi.
Scatola della rabbia. anche in questo caso si pensa prima a costruire e colorare la scatola che si userà tutte le volte che nostro figlio si sentirà molto teso per evitare successive crisi di rabbia; in tal caso potremmo invitarlo a disegnare ciò che prova, coi colori che desidera e poi mettere il disegno nella scatola o per intero o accartocciato. Tale processo aiuterà nostro figlio a esprimere la rabbia e a prenderne distanza.
I mandala sono figure geometriche con una importante carica simbolica e terapeutica. Esistono molti libri sui mandala che è possibile acquistare. Nostro figlio può, soprattutto quando è frustrato e arrabbiato, con calma sedersi e mettersi a colorarli come meglio crede: tutto ciò lo aiuta ad esprimersi, rilassarsi ed evitare le crisi di rabbia.
Esistono moltissimi libri stimolanti scritti da colleghi su questo argomento; alcuni sono intere fiabe che si possono condividere col figlio pian piano. Ci si ferma quando si desidera, si condividono opinioni, esperienze e se si vuole si può riportare sul personale la propria esperienza prendendo spunto dal libro. (Uno che mi è piaciuto molto sulla rabbia e ho trovato simpatico è Giorgino Mangiabombe di Elisabetta Mauti).
In altri casi i libri sono divisi in due parti: una è la fiaba, l’altra contiene stimoli interessanti che aiutano proprio a lavorare sulle emozioni; in tal senso mi è piaciuto molto “io più te fa noi” di Alberto Pellai , che ha una storia, delle attività sulle emozioni e anche un CD con alcune canzoni a tema cantate dai bambini dello Zecchino d’Oro.
Possiamo ricorrere a disegni che ci creiamo o che troviamo sui libri che aiutano a riconoscere l’emozione, capire dove la si sente e come fare per ridurla.Tutto ciò chiaramente risulta molto utile se lo facciamo proprio durante le crisi di rabbia di nostro figlio o subito dopo, per aiutarlo a capire cosa gli accade.
Se avete trovato interessante ed utile quanto ho scritto, se volete confrontarvi con me su alcune situazioni che state vivendo non esitate a contattarmi via mail, per telefono o prenotando 20 munti di Skype gratuiti!
A presto!
Dott.ssa Sabrina Borraccia