L’essere genitori è un’avventura al tempo stesso straordinaria e impegnativa, che ci sottopone quotidianamente a gioie e fatiche!! Quella del trovarsi di fronte un figlio che, o nella fase iniziale dell’inserimento o in un momento qualunque dell’anno, non vuole andare all’asilo è un’esperienza molto comune per un genitore e alquanto frustrante. Tutti noi vorremmo avere dei figli felici, che nel caso specifico dell’asilo, affrontino tale esperienza con serenità e disinvoltura. Tuttavia è molto comune, invece, il contrario, ovvero trovarsi con un figlio che non vuole andare all’asilo e si oppone a tale esperienza. Vorrei, così, qui di seguito, sottoporvi qualche riflessione e fornirvi alcuni consigli pratici per affrontare al meglio questo momento!
Un primo punto su cui riflettere per comprendere perché nostro figlio non vuole andare all’asilo è differenziare quei bimbi che precocemente sono stati sottoposti al distacco dalla mamma andando al nido già dai 6/9 mesi, quelli che sono stati accuditi da baby-sitter e/o nonni e coloro i quali infine sono sempre stati a casa con la mamma e vivono la prima esperienza di distacco con la scuola materna. È evidente che, in linea di massima, quest’ultimi avranno più difficoltà ad inserirsi rispetto ai primi! L’eccezione a quanto detto è rappresentata dai secondi e terzi figli, che avendo davanti a sé il modello di fratelli più grandi sono agevolati nelle relazioni con gli altri!
Certamente se rientriamo tra i genitori che hanno potuto godersi il proprio figlio fino ai 3 anni di vita consiglierei comunque, se possibile, di fargli fare nell’anno precedente alla scuola materna qualche esperienza di separazione dalla mamma divertente. Mi riferisco a spazi ricreativi dove giocare con il proprio figlio assieme ad altre mamme e bimbi, ma anche a dei micro-nidi, nei quali nostro figlio inizia a stare con gli altri bimbi senza di noi. Tutto ciò ridurrà la probabilità come genitori di trovarsi di fronte ad un figlio che non vuole andare all’asilo!
Erroneamente potremmo pensare che il bambino che affronta la separazione dalla mamma nella prima settimana di asilo sorridendo sia migliore e meno sofferente di uno che piange disperato. In realtà si è visto che ciascun bambino reagisce in maniera soggettiva alla separazione, a seconda della propria personalità, del rapporto con la mamma, delle esperienze precedenti all’asilo etc. Assisteremo così a bimbi che piangono molto da subito ma poi si tranquillizzano col tempo, ad altri che in apparenza appaiono forti ma poi dopo un po’ crollano lasciando il genitore sbalordito e incapace di comprendere perché il proprio figlio non vuole andare all’asilo!!
In tal caso è bene cercare di capire se il problema è da rintracciare nella scuola o nei genitori.
SCUOLA.
Dobbiamo cioè innanzitutto capire dalle maestre com’è la situazione all’asilo e se ci sono degli aspetti che potrebbero incidere in negativo su un adeguato inserimento. Ad esempio come sono i compagni, com’è la relazione tra loro e nostro figlio oppure le regole: se, ad esempio, nostro figlio viene da una realtà familiare permissiva e con poche regole e invece la scuola appare molto severa sicuramente nostro figlio non vorrà andare volentieri all’asilo!
GENITORI.
È ormai risaputo che se la mamma è troppo ansiosa o preoccupata che il figlio possa farcela, trasmetterà il suo stato d’animo al figlio!
Se così fosse è utile ricorrere al seguente esercizio:
“Prendiamoci del tempo per noi, cerchiamo uno stato emotivo interno tranquillo e rilassato, se possibile sediamoci, poi proviamo a lasciar andare liberi i pensieri e chiediamoci che cosa ci preoccupa? Cosa temiamo accada all’asilo a nostro figlio senza di noi? “. In base alla risposta dobbiamo muoverci in una direzione o in un’altra.
Di solito è bene cercare di capire se la lamentela è passeggera o duratura; nel caso in cui nostro figlio manifesti un malessere costante, ci dica con frequenza che non vuole andare all’asilo, pianga spesso e/o manifesti sintomi psicosomatici quali mal di pancia, vomito, incubi notturni, allora è bene fermarsi e capire dove è il problema.
Dobbiamo ciò capire se è cambiata la tata, o anche un allenatore che era di fiducia per nostro figlio ad esempio. Se così fosse è certo che questi si sentirà perso e senza riferimenti e potrebbe manifestare il disagio dicendoci che non vuole andare all’asilo.
In tale contesto nostro figlio ne sarebbe di certo influenzato, sarebbe disorientato dai nuovi ritmi e dalla nuova situazione familiare. Potremmo così trovarci di fronte ad un figlio che temporaneamente non vuole andare all’asilo.
Proviamo a chiederci se c’è stato in famiglia un lutto importante, una malattia o ospedalizzazione rilevante in un membro della famiglia.
Se tutto ciò corrisponde al vero, sicuramente subentra la gelosia per il nuovo arrivato e quindi il desiderio di stare a casa con la mamma.
Proviamo a capire se è successo qualcosa di spiacevole ai giardini pubblici o all’attività sportiva frequentata da nostro figlio.
Se la risposta ad una di queste domande è affermativa dobbiamo cercare di risolvere il problema se esterno, se invece ciò non fosse possibile (lutti, cambi lavoro di un genitore/di casa/arrivo fratellino) allora bisogna lavorare con nostro figlio su ciò che gli crea disagio, avere pazienza, rassicurarlo per far sì che smetta di dirci che non vuole andare all’asilo.
L’obiettivo è cercare di capire sele maestre hanno riscontrato qualcosa di importante su nostro figlio; se così fosse cerchiamo assieme una soluzione.
Se le maestre non rilevano problemi chiediamoci se per caso la scuola che abbiamo scelto per nostro figlio è adeguata. Si tratta di un aspetto difficile da analizzare ma doveroso nel caso in cui né a casa né a scuola emergano problemi. Può cioè accadere che la scuola sia troppo rigida, mal organizzata, esageratamente punitiva, poco vicina ai veri bisogni del bambino. Se così fosse dobbiamo come genitori avere il coraggio di cambiare, sapendo che i bimbi hanno mille risorse e che spesso il vero problema siamo noi!!
I bimbi della fascia d’età 3/6 anni chiaramente verbalizzano poco e a volte male e non sempre hanno chiare le proprie emozioni. Possiamo però aiutarli:
Avete trovato qualche spunto interessante? Anche voi vi siete trovati con un figlio che non vuole andare all’asilo? Vi sono venute in mente delle domande a tal proposito?
Se sì non esitate a contattarmi via mail, per telefono o prenotando 20 minuti di Skype gratuiti!
A presto
Dott.ssa Sabrina Borraccia